lunedì 7 maggio 2012

The Avengers

Da una decina di giorni, o forse più, è comparso sugli schermi italiani il film "The Avengers", al momento l'ultimo capitolo sulle saghe dei supereroi americani. Io l'ho visto, pur non essendo esattamente una fan dei fumetti targati Usa. Forse è proprio per questo che considero opinioni come la mia un po' più attendibili di molte altre. Ora, voi direte che sono un po' autoreferenziale e magari è vero, ma ditemi: vi fidereste dell'opinione di un pidocchioso - quanto pagatissimo - critico cinematografico che parla sciorinando una sequenza interminabile di vocaboli alla stregua dei più astrusi tecnicismi pseudo-medici? O di uno che accosta parole come "Encomio solenne" ad un regista che nel suo cv può vantare serie televisive come "Buffy - l'ammazzavampiri"? Voglio dire: stiamo parlando di un film sui supereroi, non di "Schindler's List". Per quanto mi sforzi e per quanto abbia apprezzato i vendicatori, oserei dire che l'accostamento di parole è piuttosto fuoriluogo. Altrettanto lo è l'opinione di chi giudica la pellicola come un tripudio del kitsch. E' un film che non ha nulla a che vedere con la realtà vera e propria (a meno di non voler leggere "La fisica dei supereroi" di J. Kakalios), ma proprio per questo non si può criticarlo in quest'ottica. I suoi protagonisti hanno poco - o niente - di umano e per rendere questa loro diversità è piuttosto evidente che si debba enfatizzare alcuni aspetti, come per esempio i loro superpoteri. O come il loro modo di combattere i nemici (che per ovvie ragioni non sono solo agguerritissimi, ma anche spesso extraterrestri). Se tutto ciò è ascrivibile al kitsch, allora tanto varrebbe vedere una puntata de "La signora in giallo", al solo scopo di non vedere qualcosa di opulento.
Insomma, quello che vorrei sottolineare è che se si vuole fare una critica ad un film, lo si dovrebbe considerare soprattutto per ciò che è. Così, se andremo a vedere un film con pretese storiche, allora lo giudicheremo anche per la sua aderenza ai fatti cui si rifà (oltre che alla resa nel suo complesso).
Parlando di "The Avengers" io l'ho trovato piuttosto divertente. All'inizio ero scettica sulla sua durata, ma al termine dello spettacolo mi sono resa conto che il tempo era davvero volato.
Non entrerò nella trama, sia perché rischierei di rivelare troppo, sia perché non conosco bene la storia originale. Parlerò dei personaggi. A tale proposito, spendo volentieri due parole su chi ha studiato il personaggio di Iron Man: una gran bella resa! A tratti irritante, in altri momenti davvero esilarante, devo dire che ho trovato il personaggio assai ben caratterizzato, se consideriamo che Tony Stark è sempre stato rappresentato come un tipo ambiguo e rotto ai sotterfugi. In più, il tempismo delle sue battute dona un buon ritmo alla narrazione e - incredibile! - fanno ridere anche se tradotte in italiano.
Il mio preferito però resta Thor, il valoroso dio-guerriero asgardiano. E' il classico eroe, nel senso più canonico dei termine. Anche lui, come quasi tutti gli altri del gruppo, ha avuto il tempo di farsi conoscere al vasto pubblico nel film omonimo dello scorso anno. A differenza di Iron Man però, da fanfarone figlio di papà (è nientemeno che il figlio di Odino), diventa un personaggio molto più onorevole. In una parola, più puro e forse per questo, più pirla. Ma lui è un dio che viene da un altro mondo e questo aiuta a spiegare molte cose.
A metà strada tra Iron Man e Thor si inserisce Capitan America, che pur essendo un essere umano, ha tutte le caratteristiche psicologiche di Thor. E' un puro, un eroe nobile, quindi non capisce e soprattutto non condivide le azioni di Tony Stark, anche se poi riesce a conviverci.
Di minor nota - almeno per me - sono Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco. Stranamente ancora meno degno di nota è Loki, il cattivo dell'episodio in questione. Peccato, perché nel film su Thor (dove appare per la prima volta) è molto più succoso.
In buona sostanza, direi che per coloro che amano i film di questo genere, il film vale il biglietto. Lo stesso vale per coloro che desiderano semplicemente vedere qualcosa di poco impegnativo a livello intellettuale, ma di grande impatto visivo (anche senza il 3d). Sconsigliato a tutto coloro che al cinema ci vanno solo per vedere film impegnati, commedie romantiche o Scarlett Johansonn (ché mostra assai poco di sé e quasi passa inosservata).